SERGIO FERRARI
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Un artista originale ed eclettico; un uomo schivo e allergico alla mondanità.
L'Elba ricorda Sergio Ferrari (1924 — 2012), pittore, fotografo ma anche architetto e designer friulano che proprio dell'isola toscana aveva fatto il suo "buen retiro", decidendo di trasferirvisi definitivamente negli anni Cinquanta, lasciata la natale Trieste.

Un amore, quello tra Ferrari e la sua isola, testimoniato prima ancora che dalle tante opere pittoriche che ritraggono coloratissimi paesaggi elbani, dalla casa da lui stesso disegnata e fatta costruire a picco sul mare, fra le spiagge di Scaglieri e della Biodola, primo segnale di uno stile aperto e fantasioso con le sue linee geometriche ma non rigide e le vetrate a fare da pareti, da cui godere di una vista mozzafiato.
Centinaia e centinaia i dipinti e i disegni, una selezione dei quali in mostra, con cui Ferrari ha raccontato il suo microcosmo fatto di onde e salsedine, vento, gabbiani e raggi di sole che si riflettono sull'acqua, ma anche le vite solitarie e faticose dei pescatori, che continuano a dipanarsi anno dopo anno, nell'estate affollata dai vacanzieri e nella stagione più fredda e deserta.

Istanti di vita isolana immortalati anche con un importante corpus di fotografie, per lo più in bianco e nero e scattate con grande maestria. Un'occasione unica perconoscere un artista dalla grande poliedricità, già celebrato lo scorso anno con una mostra a Palazzo Medici Riccardi ma ancora poco noto al grande pubblico, in parte anche per la sua scelta di vivere felicemente lontano dal clamore mondano, oltre che per scoprire l'isola da uno sguardo diverso, alternativo a quello "classico" da brochure turistica.



Gaia Rau



A Firenze, il Palazzo Medici Riccardi in Via Cavour, ha ospitato la mostra personale del pittore elbano Sergio Ferrari. Persona riservata, schiva, lontana dal clamore delle mostre e dai dibattiti inutili, autodidatta, avverte sin da giovane la necessità di seguire con il tratto della mano il bisogno interiore di esprimersi in assoluta libertà, dando libero sfogo al sentimento ed alle emozioni. Era nato a Trieste nel 1924 e giunge all’Elba negli anni ’50 dove vi si stabilisce e progetta la sua casa a La Biodola sul mare. Una vita, quella isolana, accompagnata dall’odore della salsedine, dal rumore del mare e delle onde, dalle voci dei gabbiani, dal vento e dai raggi del sole cocente nelle giornate estive e dal brillio dei raggi solari sullo specchio del mare. Questa era la sua casa, la sua vita, in totale rapporto con l’ambiente. ll paesaggio elbano, ricco di colori e di luminosità, con la sua natura straordinariamente bella, il suo mare ricco di panorami ed il sole con la sua radiosità giallo sulfurea, la vita dei pescatori, il loro lavoro e la loro fatica sono alcuni dei temi dell’Artista, dove il colore è uno dei suoi principali strumenti espressivi. Dipinti in cui il colore reale viene trasformato per renderlo stimolante, un colore che suggerisce l’emozione. Spesso nella sua pittura predominano i coloro primari così da ottenere uno straordinario potere suggestivo, creando stati d’animo differenti in ciascuno di noi, colori vibranti e intensi, linee essenziali e precise, tratti architettonici dei paesaggi ci riportano alla memoria come dei flesh, momenti di quest’isola tanto amata dal Pittore Domenica 28 settembre si è chiusa questa esposizione, visitata da un vasto pubblico ed apprezzata anche dalla critica internazionale; i numerosi dipinti, alcuni disegni e le foto sono stati presentati in cinque sale, nella cornice scenografica della corte centrale, di uno dei più bei palazzi dell’architettura del Rinascimento a Firenze.

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