La settimana scorsa ci eravamo lasciati ai piedi della Torre di San Giovanni, questa mattina abbiamo deciso di proseguire il cammino di qualche centinaio di metri dove seminascosta tra gli alberi ci attende la Pieve di S.Giovanni in Campo, questa pieve che per certo appartiene alle costruzioni pisane del XII secolo. Diamo uno sguardo sommario; la navata è unica e la facciata resiste ancora in parte, la costruzione è limitata ai lati da due lesene e presenta un campanile “a vela” ancora abbastanza conservato, sopra il portale, molto in alto, è posta una apertura a forma di croce, sui due lati dell’abside si aprono alcune finestre a “strombolo”. E’ emozionante avvicinarsi a questo monumento che conserva nelle sue vestigia l’atmosfera mistica del Medioevo, certo, come in altre occasioni, dobbiamo notare come il tempo non abbia risparmiato di infierire sulla costruzione, restano solo le mura possenti e appena parzialmente è conservata la facciata che riporta un interessante esempio di stile romanico-pisano. Passeggiamo intorno e tocchiamo con mano i grossi blocchi di granito, squadrati alla perfezione e messi l’uno sull’altro… entriamo nella pieve, e ci ritornano per un momento alla memoria i riti che qui venivano certamente compiuti, riti medievali, austeri, dotati di severità, i quali anziché avvicinare l’uomo a Dio con la bontà, la tolleranza ed il perdono, lo allontanavano per il terrore di ipotetici ed ingiusti castighi come ricorda lo spirito di ferocia e di vendetta dell’epoca, riportato dalle antiche cronache. Si ritiene che un mosaico raffigurante San Giovanni decorasse l’abside, il primitivo pavimento della chiesa non è mai stato ritrovato ma è probabile che esso sia nascosto sotto l’attuale livello del suolo. Attorno alla pieve si notano notevoli resti di mura di terrazzamento e di recinzione in opera poligonale, in parte a muratura in parte a secco. Questi muri certamente sono coevi alla pieve, la loro interpretazione è difficile (non siamo archeologi ma solo semplici visitatori) qualche tradizione orale racconta che probabilmente siano i resti di una possente muraglia che circoscriveva la proprietà e che serviva a difesa e protezione per gli abitanti della zona, che vi si rifugiavano per sfuggire alle scorrerie dei pirati turchi. Altre mura comprendono resti di ambienti e di abitazioni, si notano anche in grossi massi fori praticati dall’uomo. Ancora una volta ricorriamo al Ninci che ai primi dell’800 scriveva “La chiesa di S.Giovanni” è la più vasta dei primitivi templi dell’Elba dedicata al vero Dio , essa è posta al di sopra delle presenti terre di San Piero e Sant’Ilario, solo la tribuna di detta chiesa è tuttora coperta a difesa per il servizio divino” probabilmente ai tempi del Ninci questa chiesa officiava ancora. Lasciamo la Chiesa alle nostre spalle pensando a quanti tesori conservi l’isola d’Elba… tesori lasciati tra le erbacce a raccontare ai visitatori le radici della nostra storia… arrivederci. Fabrizio Prianti
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