La Madonna Nera di Monserrato
Questa settimana abbiamo deciso di raccontarvi la storia tra verità e leggenda della Chiesetta di Monserrato a Porto Azzurro. Appena terminata la stretta strada costeggiata da piccole piante di cipressi che ci porta al santuario subito abbiamo di fronte uno splendido scenario di rocce ripide e selvagge che danno per un attimo l’impressione di un paesaggio dantesco, ancora qualche centinaio di metri e saliamo per una scalinata a larghi gradini di cemento, ed eccoci finalmente davanti al santuario posto su un ripiano isolato, avevamo letto queste immagini negli scritti del Lambardi, che ci offriva una suggestiva descrizione del luogo “Le cime acute stagliano le nubi… questo ritiro ha un certo non so che di melanconico e di romantico… una natura sublime e selvaggia, una solitudine natura amabile, una vista che dalla fertile natura si perde nell’immensa distesa del mare”. Una piccola piazzetta ed un muro basso che recinge il santuario ci accolgono, di fronte una tettoia per il riparo dal sole, la parte antistante la chiesa è stata costruita nel 1768, la facciata presenta un portale sovrastato da una architrave curva, interrotta, la cupola mostra caratteri dei primi del 600, all’interno le pareti sono nude tinte in vernice scrostata che rivela l’esistenza di affreschi sottostanti, sull’altare maggiore in marmo, l’immagine di una Madonna Nera copia perfetta di quella esistente nel santuario spagnolo di Montserrat in Catalogna, nella sagrestia resistono ancora degli ex voto. L’immagine sacra della Vergine ci desta molta curiosità e accende la fantasia degli amanti del Dan Brown alla ricerca del Graal, di questa immagine sappiamo in riferimento al suo originale spagnolo che questa Vergine Nera, nota come "La Moreneta" ("La Moretta"), era probabilmente in origine una testimonianza dell’antico culto egiziano di Iside, (probabilmente identificata nella Vergine Egiziaca) la quale era chiamata, per l’appunto, "La Nera”. Nel corso del XX secolo Montserrat (in Catalogna) fu al centro dell’interesse di quelle componenti esoteriche del nazismo, che, per trovare il Santo Graal, avevano sguinzagliato i propri uomini per mezza Europa. Alla ricerca di "Munsalvaesche", che deriva dalla versione germanica di "Montsalvat" (una parola catara che vuol dire "Monte Salvato"), e stava ad indicare il Castello del Graal, che, secondo il romanziere medievale tedesco Wolfram von Eschenbach, si trovava per l’appunto sui Pirenei. Anche nella letteratura Templare appare la Madonna nera, basta leggere gli antichi regolamenti dell'Ordine, in cui è scritto: "le orazioni a Nostra Signora si devono recitare ogni giorno, per prime, nella Magione, salvo la compieta di Nostra Signora che si recita tutti i giorni, nella Magione, per ultima, poiché nel Nome di Nostra Signora ebbe inizio il nostro Ordine, e in Suo onore, se Dio vuole, sarà la fine della nostra vita e dell'Ordine stesso, quando a Dio piacerà che ciò accada". Torniamo alla nostra realtà: Il santuario Elbano dedicato a S. Maria del Monserrato fu costruito nel 1606 a spese e per volere del governatore di Longone e di Piombino generale Ponce de Leon. Altre notizie di questa chiesa non ne sappiamo, le cronache preferiscono altro di cui parlare, ed i libri in nostro possesso danno solo labili notizie , ma se si vuole approfondire il tema dovremo cercare ed approfondire le notizie riguardanti recenti studi e il ritrovamento di frammenti di ceramiche etrusche dove oggi sorge il Santuario, reperti che fanno ipotizzare la presenza, nello stesso luogo di un precedente tempio etrusco e forse anche romano. Anche oggi , forse, siamo riusciti a coniugare storia, verità e leggenda, racconti fantastici che in fondo hanno il solo scopo di far ricordare o scoprire, anche in maniera se volete avventurosa, le radici della nostra storia. Fabrizio Prianti
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