La Madonna della neve
Stamani complice una giornata assolata, ho deciso per una visita alla chiesetta della Madonna della Neve a Lacona, sono giunto nell’ampio piazzale con l’auto …mentre mi accingo a scendere con la mia fedele “digitale”, penso a come sia strano che all’isola d’Elba dove la neve cade tanto di rado, trovare una chiesa dedicata a questa Madonna. La struttura del Santuario può essere divisa in due parti: quella antica alla base, che è costituita da blocchi di sasso ben squadrati e si porta fino ad una certa altezza; quella moderna, più alta fatta da mattoni e ben intonacata, sulla destra si erge un campanile a punta acuta, la data di costruzione non è conosciuta, qualche scrittore la data intorno al 1500, si narra che nel 1793 abitavano alla Madonna della neve due vecchi romiti, uno di 75 anni e l’altro di 73 i quali per sconosciute ragioni furono trucidati da un soldato della guardia di Longone . l’ultimo romita vi abitò nel 1817, oggi la chiesa apre solo il 5Agosto quando vi si celebra la festa della Madonna della neve , cerimonia religiosa che riveste un carattere di grande solennità. Fino a qui vi ho raccontato a grandi linee una storia in un certo qual modo documentata, ma anche in questa occasione non posso non mettervi al corrente di ciò che si tramanda per via orale a riguardo della terra di Lacona e dell’antica storia di questa chiesa. Si racconta infatti in un misto tra verità e leggenda, che questa era una terra dell’isola fabbricata poco dopo l’incendio di Troia da un certo Mecia uno dei confederati di Enea il quale approdato all’Elba e riconosciuti alcuni elbani che si trovavano all’assedio di Troia ( si dice fossero stati ben trecento) si trattenne nell’isola iniziando a costruire alcuni insediamenti abitativi (fabbriche), chiamando il luogo Meloa, poi per volontà degli abitanti il nome venne mutato in Lacuna per le acque che discendevano dai colli vicini e vi si radunavano, oggi conosciuta nel mondo turistico con il nome definitivo di Lacona. Testimoni silenziosi di queste storie dimenticate o se preferite di questi leggendari racconti non restano che una numerosa quantità di pietre squadrate e molto corrose dal tempo poste in una località chiamata “valle inferno” che si racconta essere un assieme fortificatorio in muri a secco come difesa da chi ( sub Micenei, Fenici e Greci) cercava il Ferro , ed una numerosa quantità di rovine dove ancora si racconta vi venne costruito l’oratorio che abbiamo visitato e dedicato alla SS.vergine della neve. Risaliamo in auto voltandoci per un ultimo sguardo e strada facendo continuiamo a fantasticare sulla meravigliosa inesauribile e leggendaria storia dell’isola d’Elba. Fabrizio Prianti
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